mercoledì 24 dicembre 2008

TANTI AUGURI DI




domenica 21 dicembre 2008

VANILLEKIPFERL + ANDALUCÍA

La settimana scorsa siamo stati in Andalucía. È stata davvero una settimana piena di sorprese, emozioni ed incontri speciali. Il freddo è stata la prima vera sorpresa. Certo non pensavamo di andare al mare, non ci saremmo andati nemmeno d'estate, ma almeno di poter avere una settimana di tregua dal freddo svizzero. Ci siamo dovuti ricredere...






E poi l'incontro con Julia dopo 2 anni: tanti ricordi delle vecchie emozioni condivise e poi pronte per nuove sorprese a Jerez.


Come al solito non ci siamo trattenuti dal provare le prelibatezze della gastronomia spagnola. Abbiamo naturalmente provato il Vino di Jerez in alcune delle varie versioni: Manzanilla, Fino, Oloroso Semidulce e Oloroso Seco. Per quanto riguarda il Jamón, il migliore naturalmente è quello di Bellota, denominato così perché i maiali si nutrono quasi escusivamente di ghiande, liberamente nei campi e boschi di quercia.
Cliccate qui per info più precise su Fino de Jerez e Jamón de Bellota.

E poi ci siamo dedicati alle meraviglie dell'epoca di Al-Andalus...




...con i suoi capolavori di Yesería.





Dopo i primi giorni di bufera, siamo stati accompagnati da un cielo blu. E già ne sentiamo la mancanza ora tornati qui in Svizzera.

E quando il cielo è coperto e grigio come oggi nei pomeriggi freddi d'inverno, mi piace proprio preparare dei biscotti, forse per consolarsi di non essere riusciti a vedere uno spiraglio di sole in tutto il week-end. Con una buona tazza di tè alla cannella i migliori sono sicuramente i Vanillekipferl. Quando vivevo a Innsbruck andavo spesso a casa di Barbara, Oskar e Sigrid, lì si mangiavano sempre dei biscottini fantastici. Barbara ha una delicatezza nel toccare gli impasti, le creme e naturalmente a dare forma a questi biscottini. I miei sono un po' più "rozzetti" ma vi assicuro che sono proprio buonissimi!


Dopo tanto cercare finalmente ho trovato la ricetta per me perfetta! L'ho presa dal libro Stollen, Kipferl & Co. della GU Kuchenratgeber.


INGREDIENTI per circa 35 biscotti

  • 200 gr di farina
  • 50 gr di zucchero a velo
  • 150 gr di burro freddo
  • 70 gr di mandorle tritate (possibilmente sbucciate)
  • PER GUARNIRE: 2-3 bustine di zucchero vanigliato e 100 gr di zucchero a velo

Su di un piano di lavoro setacciare la farina, aggiungere le mandorle tritate, il burro a pezzetti e lo zucchero a velo. Velocemente amalgamare il tutto fino ad ottenere un impasto liscio. Coprire con della pellicola e mettere in frigorifero per circa un'ora. Togliere l'impasto dal frigo e formare velocemente dei piccoli cornetti ...


... da posizionare sulla teglia abbastanza distanti l'uno dall'altro (durante la cottura "lievitano").



Infornare a 150°C per circa 15-20 minuti. Quando risulteranno leggermente dorati sono pronti.


Una volta usciti dal forno, lasciarli raffreddare e poi passarli uno ad uno nello zucchero a velo e vanigliato.

venerdì 12 dicembre 2008

FINALMENTE E' ARRIVATA LA NEVE

In questi giorni la neve è scesa quasi senza sosta sulle nostre stupende montagne, tanto che non se ne vedeva così da anni ed io, che sono un'amante dei paesaggi innevati ma in quei giorni ero fuori regione, al mio ritorno ho trovato un paesaggio stupendo e che non ricordo di aver visto negli ultimi 20 anni.
Queste sono solo alcune delle foto che mio padre ha scattato sui monti durante le sue gite con le ciaspole (racchette da neve) e nel giardino dietro casa nostra.

A presto anche una buonissima ricetta per il fine settimana!

Nel frattempo potete leggere QUI l'intervista che ci ha fatto Blogdicucina.blogspot.com



domenica 7 dicembre 2008

ZUPPA DI FARRO E CIPOLLE

Abbiamo ricevuto un regalo dalla nostra sorellona! Oggi è tutto farina del suo sacco: ricetta, foto e consigli sul vino!!
E come ogni anno ci risiamo, oggi è la seconda domenica d’Avvento e, oltre che un antico e profondo significato religioso, l’Avvento è un momento importante per i popoli nordici. Le manifestazioni che da secoli lo celebrano sono i mercatini di Natale nei Paesi di cultura germanica.
Anche in Trentino si festeggia l’Avvento e il suo simbolo per antonomasia è la cosiddetta “corona” che normalmente e fatta di rametti di abete rosso e decorata a piacimento, ma su cui non possono mancare le 4 candele, ognuna delle quali rappresenta una domenica di dicembre.
La domenica infatti la famiglia era solita riunirsi e pregare davanti alla candela accesa, in attesa della venuta di Gesù.


L’Avvento simbolizza anche una rinascita, un’attesa del nuovo che arriva e quest’anno ho preso la parola alla lettera: ho ricominciato ad allenarmi, quindi stamattina, con le gambe dure per le salite di mercoledì sono andata alla gara sprint di corsa orientamento a Ravosa (Udine). Il tempo era un disastro, pioggia e raffiche di vento, terreno fangoso e gambe pesanti che vi affondavano dentro, non amo l’area pedecollinare, il bosco è fatto di rovi e acacie, il ripido è veramente ripido e nel piano, ma veramente piano, solo campi e vigneti da aggirare…non è andata bene, ma non mi aspettavo molto di più, l’importante è iniziare e non demordere!

Arrivata a casa ho fatto una bella doccia calda rigenerante e mi è venuta una stramaledetta voglia di cucinare un buon minestrone per ritemprarmi!


Ingredienti per 4 persone:

  • 300 g di farro
  • 3 cipolle dorate medie
  • 3 carote
  • 2 gambi di sedano
  • 150g di verza
  • 1 dado vegetale
  • olio extravergine d'oliva
  • sale a piacimento
  • formaggio grana a piacimento

Tagliare le verdure in piccoli pezzetti cominciando dalle cipolle, poi carote, sedano e verza. Far rosolare con un cucchiaio d’olio per 3 minuti circa, aggiungere il farro e far rosolare anch’esso con le verdure per altri 3 minuti.

Quindi aggiungere il brodo vegetale di dado precedentemente preparato, correggere eventualmente di sale. Cuocere per circa un’ora a fuoco medio, facendo restringere il brodo. Servire la zuppa quasi asciutta dopo averla spolverata con una macinata di pepe ed eventualmente dell’olio extra-vergine di oliva crudo e del formaggio grana grattugiato.


Spettacolo DiVino

Il vino scelto per l’abbinamento è

Tocai friulano dell’Azienda Agricola Doro Princic di Cormons, località Pradis.

L’uomo è unico, per descriverlo la parola uomo è riduttiva, lui è proprio il cosiddetto “personaggio” , a cominciare dai suoi baffoni austro-ungarici per continuare con la sua simpatia latina! Sto parlando di Alessandro, il figlio di Doro che porta avanti con straordinari risultati il percorso intrapreso anni or sono dal padre.
Fa dei vini davvero speciali, anche rossi, malgrado il Collio sia conosciuto per la sua straordinaria vocazione per i vini bianchi. Sono speciali perché c'è la giusta ispirazione, la passione che si respira ascoltandolo è di pochi.
Ha vigneti in straordinario equilibrio e la grande capacità di saper ascoltare. E lo sa fare anche con le sue botti, sembra ci sia una comunicazione fra lui e i vini.
Il Tocai friulano è ormai alla fine dei suoi giorni, il nome infatti verrà sostituito da Friulano, abbiamo infatti perso il nome a favore dei vicini Ungheresi produttori del ben più noto Tokaji, vino dolce passito prodotto proprio nella regione del Tokaji, a nord-est di Budapest.
La versione friulana differisce per la tecnica di vinificazione, oltre che per il territorio, il terreno, il microclima insomma, in cui vegeta la vite e si sviluppa il frutto.
Normalmente viene vinificato in bianco, quindi senza forzature ne appassimenti e senza contatto con le bucce. Con questa tecnica tradizionale si mantengono inalterate le caratteristiche di freschezza e tipicità del vitigno, l’intenso profumo di liquirizia, la mandorla si percepisce in bocca. Vino rotondo, caldo con un finale morbido e avvolgente, caratteristico della varietà di scarsa acidità.


Per informazioni sull'Azienda Agricola Doro Princic di Cormons, località Pradis, cliccate QUI.

domenica 30 novembre 2008

POLPETTINE DI BÜNDNERFLEISCH E SPEZIE

L'altro giorno ho visto al supermercato un bel pezzo di Bündnerfleisch, tipica carne di manzo del Canton Grigioni, lavorata con sale, nitrati e spezie. Normalmente questa carne viene seccata per diversi mesi ed in questa fase viene pressata più volte per fare in modo che i liquidi rimanenti non si concentrino in un solo punto. Si mangia affettata e servita su fette di pane nero, è molto simile alla bresaola valtellinese , anche se quest'ultima ha un sapore meno intenso. Anche la carne che si compra in pezzo unico (invece che affettata) conserva normalmente lo stesso sapore di quella affettata. Nel mio caso invece ho fatto un bell'errore. Ho comprato questi 150 grammi di pezzo di Bündnerfleisch che però praticamente era fresca. Essendo Bündnerfleisch piuttosto giovane, mi aspettavo un gusto almeno leggermente simile allo speck austriaco, che è decisamente meno saporito e speziato di quello sudtirolese, ma niente di tutto questo. Era semplicemente un pezzo di carne non fresca ma leggermente speziata, dalla consistenza disgustosa. Più che giovane Bündnerfleisch come indicava l'etichetta, credo fosse Bündner Bergschinken . Sicuramente gli svizzeri sanno come utilizzare questo tipo di carne nella loro cucina, in modo da renderla appetitosa. Ma in quel momento davvero non sapevo che pesci pigliare. Allora ho avuto un'idea. Eccola qui.


Ingredienti per 8 polpettine
  • 150 gr di Bündnerfleisch giovane (anche se sicuramente non è la definizione giusta)
  • 150 gr di spinaci bolliti
  • 1 pugno di uvetta (precedentemente ammollata in acqua tiepida)
  • 1 bella spolverata di cannella
  • 1 grattatina di noce moscata
  • 1 cucchiaio di farina
  • 1 uovo
  • 2 tazze di pangrattato
  • sale e pepe nero
  • 1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva
Tagliare la carne a piccoli dadini. In una terrina mescolare la carne con gli spinaci, l'uvetta, la cannella, la noce moscata, la farina, l'uovo, il sale ed il pepe. Con il pangrattato formare delle palline un po' schiacciate.

Cuocere in padella (a fuoco medio-basso) nell'olio extravergine, girando spesso le polpettine finché saranno dorate.



lunedì 24 novembre 2008

CREMA DI BROCCOLO E MELA + MELAMANGIO!

Qualche settimana fa si è rotta la mia mitica piccola Olympus Miu. Una tragedia. Ci conoscevamo bene ormai, dopo 4 anni di avventure insieme. Era proprio brava, sapeva quello che volevo e cercava sempre di darmelo, almeno sempre nelle sue possibilità. Ma ieri il mio maritino mi ha fatto una bellissima sorpresa e mi ha regalato questa nuova macchinetta Olympus FE 330, che non è niente male. Siamo ancora delle perfette sconosciute, ma proviamo a migliorare.
Il nostro primo tentativo è stato proprio questa crema di broccolo e mela, con cui chiudiamo la nostra raccolta MELAMANGIO!

QUI potete scaricare la raccolta di ricette con le mele MELAMANGIO!

Ringraziamo tutti i partecipanti ma anche quelli che ci hanno seguito in silenzio!



Ingredienti

  • 1 broccolo di media grandezza
  • 1 mela grande
  • 1 piccola patata
  • 1 piccola cipolla
  • 1/2 bicchiere di latte o panna
  • 1/2 litro di brodo vegetale
  • 1 noce di burro

Per prima cosa preparare tutti gli ingredienti per la cottura: tagliare la cipolla a rondelle, la patata e la mela a dadini e separare i fiori del broccolo dal gambo e dai rami grossi (che non vengono utilizzati).
In una pentola rosolare a fuoco basso la cipolla e la patata con la noce di burro.


Dopo circa 10 minuti aggiungere la mela e i fiori del broccolo. Lasciar cuocere a fuoco lento per altri 5 minuti e poi aggiungere il brodo. Continuare la cottura a fuoco basso per 15 minuti. Alla fine togliere da fuoco e passare al mixer, aggiungere il latte o la panna e servire.


venerdì 14 novembre 2008

GNOCCHI DI PATATE CON POMODORO FRESCO E RUCOLA


Istanbul, città enorme, città affascinante, città europea ed asiatica, città che rimarrà nel mio cuore per tutte le risate che mi sono fatta su un piccolo taxi giallo che correva a velocità assurde per portare 6 di noi alla piazza Taksim (un TAKSI per la piazza Taksim), per quelle che ci siamo fatte nella stanza dell'albergo Kent organizzando uno scherzo di cui poi due nostri amici hanno dovuto subire le conseguenze (piccolo contro-scherzo, nulla di pesante!), per tutte quelle che mi sono fatta nell'euforia generale del momento, quando ogni piccolo dettaglio ti fa venire le lacrime agli occhi (la mela anti-stress, la Monica e i suoi gettoni [“Monica, adess sorisoni!!”], el bec, le melanzane e le mele, l'Eugenio e il suo zainetto, il registra, la cartolina prova: “Ge l'ai, e la zigola?!”, il Matteo e la sua amata Francesca, il topolino Tizzi, e tante tante altre).
Il ritorno al lavoro lunedì è stato un po' traumatico, soprattutto perché queste “reunion” con gli amici di infanzia mi fanno venire nostalgia dei vecchi tempi, quando avevo 16 anni e uscivo a ballare con loro ogni sabato, quando forse mi sentivo più felice o le piccole cose mi facevano ancora sentire felice, mentre ora vivo continui alti e bassi in cui le crisi di nervoso sono le più frequenti.
Il viaggio ad Istanbul è stata per me un'esperienza unica poiché per la prima volta mi sono trovata in una cultura per alcuni aspetti diversa dalla nostra, ma comunque particolare e piena di tradizioni. Mi sono piaciute molto le moschee, luogo in cui si respirava un'aria di pace, di tranquillità, di vera preghiera profonda. Era da quando non partecipavo ad una messa battista che non mi sentivo più così. Mi è piaciuta la guida, simpatica e spontanea (cito parole testuali: “Non vale la pena di visitare altre moschee, tanto sono tutte uguali”); mi è piaciuto molto il cibo che, nei pochi giorni che abbiamo trascorso lì, si è visto caratterizzato da un abbondante uso di melanzane e di frutta fresca tipo mele e mandarini (potrete trovare alcune foto di seguito anche se purtroppo non conosco i nomi di queste pietanze!) e mi è piaciuto sentirmi a casa anche se a migliaia di kilometri di distanza. Mi succede spesso quando è da un po' di tempo che sono ferma (per modo di dire) in Trentino e sento la necessità di staccare dalla vita italiana. Non riesco nemmeno più a guardare il telegiornale ultimamente, ma questo è un altro discorso.


Cannolini di pasta fillo con formaggio acido (tipo feta)

Involtini di foglia di vite con ripieno di riso
P.S. il Gourmet de LAMIACUCINA proprio questa settimana ha pubblicato una ricetta simile, sulla base di quella turca... andate a vedere


Salsa piccante di pomodoro e chicchi di grano

sfoglia con formaggio e prezzemolo

spezie varie

Kebap di pollo e agnello con riso e verdure cotte


dolce tipo budino con granella di pistacchio


Per l'occasione ecco una ricetta classica ma speciale, tutta opera della mia sorellina Clarissa, che nel fare gli gnocchi è seconda solo alla Nonna Sofia (sua maestra!). Buon appetito!

INGREDIENTI PER 2 PERSONE:
  • 1 patata grande per persona*
  • 1 uovo
  • noce moscata
  • farina q.b.
  • sale
  • Per il sugo: 3 pomodori freschi, 1 cipolla e un mazzetto di rucola fresca
  • Altri sughi a piacere: ragù, sugo di pomodoro, burro fuso, salvia e pancetta tagliata a dadini, pesto e quello che vi suggerisce la vostra fantasia!

*se si preparano per più di 2 persone, aggiungere una patata al totale delle patate ottenute: per esempio per 4 persone servono 5 patate.


Lessare le patate in acqua salata. Una volta cotte, schiacciarle con lo schiacciapatate su un piano di lavoro. Lasciar intiepidire le patate e salare se necessario.
Nel frattempo preparare il sugo: sminuzzare la cipolla e farla dorare a fuoco medio con un goccio d'olio. Aggiungere poi i pomodori tagliati a pezzetti piccoli e, dopo circa 5 minuti, aggiungere la rucola tagliata finemente.
Per gli gnocchi: aggiungere l'uovo e la noce moscata grattuggiata. Amalgamare l'impasto con le mani aggiungendo poco alla volta la farina finché il composto risulta morbido ma non appiccicoso. Mettere gli gnocchi (pochi alla volta) a cuocere in acqua bollente. Scolare quando gli gnocchi salgono in superficie.
Saltare gli gnocchi in padella con il sugo e servire con una fogliolina di rucola.